Siamo esattamente a metà della nostra stagione invernale, resa possibile ancora una volta grazie al sostegno del nostro main partner d’eccellenza: il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC.
Prosecco DOC, infatti, è main partner di CortinAteatro dalla stagione estiva 2021. La condivisione di intenti e valori fondati sulla valorizzazione delle eccellenze del territorio Veneto e più in generale del nostro paese nel più bel panorama montano al mondo, Cortina d’Ampezzo, si affianca alla ricca programmazione di eventi che accompagneranno la località verso le Olimpiadi del 2026.
“Avere tra i propri partner un brand universalmente noto e di altissima qualità come Prosecco DOC non è solo motivo di soddisfazione e di nuove risorse per la stagione – dichiara Edoardo Bottacin, direttore artistico di Musincantus – ma è anche il riconoscimento dello sforzo produttivo, culturale e di marketing che stiamo facendo per rendere Cortina d’Ampezzo non solo teatro di grandi eventi sportivi ma anche palcoscenico internazionale di una stagione lirica, concertistica e teatrale che si sviluppi in dialogo con l’unicità, come quella del Prosecco DOC, del contesto di Cortina d’Ampezzo.”
La storia del Prosecco è una storia antichissima avente origine fin dalla metà del Duecento in cui il toponimo ‘Prosech’ o ‘Prosecum’, ma anche il più moderno ‘Proseco’ viene riferito ad un piccolo centro, confinante a sud est con il vescovado di Trieste e a nord con il territorio di Duino. Ancor oggi Prosecco è una piccola località della provincia di Trieste, nell’estremo nord – est della penisola italiana. Quanto alla produzione di vino in loco, risalgono sempre a quest’epoca le prime citazioni del luogo ed esse provengono proprio dall’atto di locazione per quattro vigneti. È dunque certo che delle coltivazioni viticole fossero collocate lungo i pendii soleggiati digradanti da Prosecco verso il mare, al riparo dei freddi venti di bora, dove si trovava un terreno marnoso-arenaceo, in tempi antichissimi coperto dal mare, favorevole alla maturazione di uve molto particolari. Agli inizi del Cinquecento i vini provenienti dalla località di Prosecco vengono nominati in alcuni studi letterari di un certo peso: Pietro Bonomo (Trieste 1458 -1546), poeta e uomo di grande cultura, segretario e consigliere di tre sovrani austriaci, approfondisce la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) interessandosi particolarmente alla storia dell’Imperatrice Livia (58 a.C. – 29 d.C.), moglie dell’Imperatore Ottaviano Augusto, la quale si narra poté piacevolmente raggiungere età veneranda mantenendosi in ottima salute proprio grazie alle qualità del leggendario vino Pucino, amatissimo dai romani e originario della zona di Prosecco. La storia fu poi riportata anche dal famoso medico Galeno (129 – 216 d.C.), che contribuì a diffondere la fama terapeutica del vino Pucino proseguita poi anche nei secoli successivi. All’inizio del Settecento, inizia una vera e propria simbiosi tra la popolazione e la bevanda piacevole, versatile e moderatamente alcolica prodotta in loco da uve di viti provenienti dall’est. All’inizio dell’Ottocento risale invece la citazione del vitigno da parte di Francesco Maria Malvolti e da quel momento i documenti si susseguono più frequenti e più chiari: possiamo dire che così inizia la storia moderna del Prosecco (e non sussiste più alcun dubbio che per Prosecco si intenda il vino bianco prodotto tra queste impervie colline). Colline, dove il vitigno si trova particolarmente bene, soppiantando pian piano anche la coltivazione di altre uve che avveniva in loco, diventando infine a metà Novecento l’unico ed incontrastato padrone della zona.